Il process drama non è la recita di fine anno.
Il process drama non è una soluzione rapida per passare il tuo esame di lingua.
Allora che cos’è?
Il process drama è una forma drammatica.
Richiede tempo e impegno.
Il process drama è un processo artistico collettivo.
Il termine è stato usato per la prima volta dal professor John O’Toole nel 1990 e nel 1991 è apparso su carta in un articolo del professor Brad Haseman. Un anno più tardi O’Toole pubblica The Process of Drama (1992) che, a mio avviso, è la migliore pubblicazione accademica in materia. Ho avuto la fortuna di fare un dottorato di ricerca sul Drama Education con la professoressa Julie Dunn, che aveva a sua volta come supervisore il professor O’Toole.
Questa forma drammatica guadagnò popolarità soltanto nel 1995 grazie al lavoro della professoressa Cecily O’Neill, drammaturga irlandese residente negli Stati Uniti. Nel libro Drama Worlds, O’Neill delinea il valore estetico del process drama e il legame che questa forma ha con il teatro. Dal 2015, anno in cui ho iniziato a collaborare con il Trinity College, faccio parte del team di insegnanti del Master in Drama Education fondato nel 1998 da Carmel O’Sullivan in collaborazione con Cecily O’Neill.
Il process drama consiste nel co-creare una storia interpretando ruoli diversi (un ruolo collettivo o individuale) e nel fare meta-riflessione (riflessione sulla riflessione, ovvero pensare a ciò che si pensa). Non si interpreta un ruolo dall’inizio alla fine, ma si affrontano ruoli diversi; si analizzano e poi si gioca con il tempo e lo spazio per decostruire i vari strati della storia, per individuare un tema. Tutti i partecipanti (insegnante incluso) assumono diversi ruoli e prendono parte alla creazione di un “mondo drammatico”, riprendendo le parole di Cecily O’Neill, al fine di creare una rete di significati.
L’obiettivo del process drama non è la ricerca di un lieto fine. Non si cerca di aggiustare qualcosa, ma si cerca di vedere una determinata situazione da punti di vista diversi. Chi opera con il process drama può lavorare in diversi contesti, incluso l’insegnamento della lingua seconda (L2).
Una concezione sbagliata comune che circola nei contesti di L2 riguarda il tipo di esperienza drammatica generata nel process drama. Questa forma drammatica non prevede che si rimanga legati ad un singolo personaggio; qui si prendono più personaggi. Guarda l’opera spettacolare di Fabien Delaube’s (di seguito e in altre pagine su questo sito): ci sono molti ruoli che coesistono, talvolta in conflitto tra loro; molti simboli da decodificare.
Analogamente, come studente di lingua io posso avere più identità, ma resto comunque me stessa. Sto semplicemente provando personaggi diversi, assumo ruoli diversi. Faccio un esempio. Il mio livello di portoghese è principiante e quando sono stata a Coimbra potrei essere stata percepita come turista a causa del mio portoghese improvvisato. Il francese invece lo parlo fluentemente, e quando guardo un film in francese sento di avere un’identità diversa da quella di principiante in portoghese. Anche lo status e il rapportarsi con gli altri giocano un ruolo importante. Ad esempio, sento che il mio inglese è buono quando parlo con l’insegnante di mia figlia, ma mettetemi davanti a un consiglio di amministrazione e il mio livello di lingua si abbasserà.
Qual è quindi il senso del process drama nel processo di apprendimento della L2? Impersonare ruoli e punti di vista diversi può spezzare le concezioni che ci intrappolano all’interno di una certa mentalità su chi siamo e chi non siamo in quanto parlanti di una lingua. Il teatro può rompere le gerarchie della classe e generare lingua più autentica. L’utilizzo sapiente dello storytelling può alimentare la motivazione a comunicare.
Puoi vedere un esempio concreto nel mio video sulla tazzina o nelle risorse qui di seguito.
Quando l’insegnante si cala in un ruolo durante la lezione possono accadere molte cose interessanti. La strategia dell’insegnante in gioco è stata creata da Dorothy Heathcote (vedi O’Neill, 2015) e comporta un cambiamento radicale del modello tradizionale di interazione in classe.
La tecnica dell’insegnante in gioco implica un cambiamento di status: si viene a rovesciare la gerarchia insegnante/studente dell’approccio tradizionale incentrato sull’insegnante, che può fare domande retoriche agli studenti, i quali rispondono solo se chiamati in causa. Questa forma richiede all’insegnante di diventare consapevole del suo ruolo sociale di “insegnante” nel contesto della classe, di uscire consapevolmente da questo ruolo e di assumerne un altro.
Attraverso la forma dell’insegnante in gioco il facilitatore può decidere di avere uno status più elevato o inferiore rispetto ai partecipanti e creare una dinamica più stimolante in termini di agentività (agency), potere e controllo. Implica anche un cambiamento di registro linguistico (connesso al ruolo) e, cosa più importante, la volontà di mettersi in gioco.
Kao e O’Neill (1998) Words into Worlds è la prima pubblicazione su questo argomento e un punto di riferimento in questo ambito; il punto di partenza. La collezione di Winston e Stinson (2012/2016) è altrettanto autorevole con diversi studi, tesi e manuali pubblicati da allora.
Intervista a Erika Piazzoli (di Erika Saccuti, Bollettino Itals 2018)
Apprendere con il teatro (di Erika Piazzoli, Officina.it, Alma Edizioni)
Sviluppi nella Didattica Performativa della Lingua Straniera: l’immagine fissa e l’insegnante come Formmeister (maestro della forma) di M Schewe e F. Woodhouse, 2018 (trad. M. Agostini, rev. S. Cecco)
Tra passato, presente e futuro: pedagogia drammatica, verso una cultura didattica performativa di M. Schewe, 2013 (trad. A. Angelini, rev. S. Cecco)
DISPENSE (IN INGLESE)
- Pretending to Learn: dispensa process drama – attività per bambini e ragazzi
- Putting Process Drama into Action: dispensa process drama – attività per adultI
- Dramawise Reimagined: Elementi del teatro drammatico
[traduzione di Ana Bita; revisione Serena Cecco]